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Protezione dalle minacce poste da droni non cooperativi

Protection against threats posed by non-cooperative drones

Titolo:

Protezione dalle minacce poste da droni non cooperativi

Protection against threats posed by non-cooperative drones

Ente finanziatore:

Commissione europea

Programma

Fondo Sicurezza Interna (ISF)

Invito a presentare proposte sulla protezione degli spazi pubblici (compresi luoghi di culto, CBRN, contrasto ai droni non cooperativi, traffico di armi da fuoco e cani per il rilevamento di esplosivi) (ISF-2024-TF2-AG-PROTECT)

Obiettivi ed impatto attesi:

L’obiettivo generale di questo argomento è quello di sostenere la Commissione nell’attuazione della comunicazione sui droni adottata.

Obiettivo 1: contribuire all’implementazione di una metodologia di test armonizzata per i sistemi di contro-drone. Attualmente esistono sul mercato diverse centinaia di sistemi di contro-drone disponibili in commercio, molti dei quali sono specificamente pubblicizzati per le autorità di sicurezza. Per garantire che le forze dell’ordine e le altre autorità competenti possano acquisire le soluzioni più adatte per rilevare, tracciare, identificare e neutralizzare in modo efficiente un drone non cooperativo, negli ultimi anni gli Stati membri, le agenzie dell’UE e i progetti finanziati dall’UE hanno avviato diverse iniziative di test. Tuttavia, il fatto che questi test si basino su metodologie diverse rende difficile confrontare i risultati al fine di costruire una comprensione comune a livello europeo su quali soluzioni di quali produttori siano più appropriate nelle diverse situazioni e ambienti operativi.

Obiettivo 2: supportare il gruppo di esperti C-UAS e la Commissione nell’identificazione delle possibili esigenze normative e nella valutazione del potenziale di armonizzazione delle leggi e delle procedure degli Stati membri. I quadri giuridici che regolano l’uso dei sistemi di contro-drone nell’UE sono molto eterogenei. Sebbene l’UE abbia regolamentato l’uso legittimo dei droni, attualmente non esistono regolamenti specifici sui droni che definiscano un quadro comune per le autorità, gli operatori e i produttori degli Stati membri. Le linee guida non vincolanti dell’EASA31 che affrontano gli incidenti con i droni negli aeroporti sono state apprezzate dal settore, ma la loro natura consultiva e la loro portata limitata le rendono insufficienti per mitigare la minaccia rappresentata dai droni non cooperativi. Pertanto, la Commissione, in stretta collaborazione con gli esperti degli Stati membri, si impegna ad analizzare ulteriormente e a colmare questa lacuna proponendo misure legislative e non legislative adeguate.

Le proposte devono svolgere almeno una delle seguenti attività o raggiungere i seguenti risultati:

– Creazione di comunità e interazione con le parti interessate nel settore del contro-drone, attraverso workshop, incontri e altro. Le proposte devono cercare di collaborare almeno con i seguenti soggetti: Centro comune di ricerca (CCR), Organizzazione europea per le attrezzature dell’aviazione civile (EUROCAE), FRONTEX, progetti del Fondo europeo per la difesa (FES) e il gruppo di lavoro sulle reti di applicazione della legge.

– Conduzione di analisi in tempo reale degli incidenti con i droni e alimentazione di questi dati nella piattaforma digitale della CE sviluppata dal CCR contenente informazioni sugli incidenti con i droni. – Organizzare seminari di consultazione con l’industria dei C-UAS e con le parti interessate alla standardizzazione dei C-UAS, per promuovere una standardizzazione formale completa dei metodi di prova e dei formati dei dati per i contro-droni, sulla base del lavoro svolto dai precedenti progetti finanziati dall’UE.

– Elaborazione di una mappatura delle diverse misure normative esistenti nell’UE relative all’uso di sistemi di contrasto ai droni a supporto del gruppo di esperti in materia.

– Esecuzione di test sulle prestazioni di singoli sensori e sistemi integrati adeguati. I gruppi target sono in primo luogo le Agenzie per l’applicazione della legge (LEA) dell’UE. Tuttavia, data la natura di questo argomento, dovrebbero essere prese in considerazione anche le applicazioni a doppio uso, cioè l’uso di sistemi C UAS per gli utenti finali nel settore della difesa. In termini di Paesi target, i sistemi di contro-drone presi in considerazione (per l’analisi a tavolino o per i test reali) dovrebbero essere disponibili in commercio nell’Unione europea e legali per l’uso da parte delle forze dell’ordine e di altre autorità competenti, per garantire la rilevanza per il maggior numero di parti interessate negli Stati membri.

Impatto previsto

Si prevedono i seguenti impatti:

– Definizione di una metodologia di test armonizzata per i sistemi di contro-drone, tenendo conto dei precedenti progetti finanziati dall’UE.

– Realizzazione di una mappatura delle esigenze normative esistenti nell’uso dei sistemi di contrasto ai droni nell’UE.

– Una maggiore consapevolezza delle capacità e delle prestazioni dei sistemi di contrasto ai droni da parte delle LEA dell’UE.

– L’instaurazione di un dialogo con gli operatori del settore per l’accettazione degli standard identificati per i test dei sistemi di contro-drone.

– Una maggiore efficienza in termini di costi della sperimentazione di soluzioni di contrasto ai droni, attraverso la sincronizzazione dei risultati dei progetti premiati con le iniziative dei singoli Stati membri e delle parti interessate, per sviluppare un approccio multi-agenzia e multi-nazionale.

– Le parti interessate al contrasto dei droni (responsabili politici, LEA, industria, comunità di ricerca) sono ben integrate.

Criteri di eleggibilità:

Per essere ammissibili, i richiedenti (beneficiari ed enti affiliati) devono: – essere persone giuridiche (enti pubblici o privati) – essere stabiliti in uno dei Paesi ammissibili, ossia:

– Stati membri dell’UE (compresi i Paesi e territori d’oltremare (PTOM)), esclusa la Danimarca34, – Paesi non UE:

Tali soggetti devono presentare domanda come co-beneficiari e come parte di un consorzio composto da almeno 3 soggetti giuridici indipendenti, ciascuno dei quali deve essere stabilito in un diverso Stato membro dell’UE.

. Gli enti a scopo di lucro devono far parte di un consorzio di cui siano partner anche le autorità pubbliche. I beneficiari e gli enti affiliati devono registrarsi nel Registro dei Partecipanti – prima di presentare la proposta – e dovranno essere convalidati dal Servizio Centrale di Convalida (REA Validation). Per la convalida, sarà richiesto loro di caricare documenti che dimostrino lo status giuridico e l’origine.

Composizione del Consorzio Le proposte devono essere presentate entro:

– minimo 3 richiedenti (beneficiari, non entità affiliate) provenienti da 3 diversi Stati membri dell’UE, compresi i Paesi e territori d’oltremare (PTOM), esclusa la Danimarca.

– i seguenti soggetti NON possono candidarsi come coordinatori:

– organizzazioni internazionali, a prescindere dal loro Paese di stabilimento; – enti con sede in Paesi non appartenenti all’UE.

Durata I progetti devono avere una durata massima di 36 mesi (sono possibili proroghe, se debitamente giustificate e attraverso un emendamento).

Contributo finanziario:

Il contributo dell’UE richiesto al bilancio del progetto (“importo massimo della sovvenzione UE” per progetto) deve essere compreso tra 500.000 e 3.000.000 di euro, ad eccezione del tema “Protezione dei luoghi di culto ebraici, delle scuole e degli incontri comunitari”, per il quale il contributo dell’UE richiesto deve essere compreso tra 500.000 e 5.000.0000 di euro.

I costi saranno rimborsati al tasso di finanziamento fissato nella Convenzione di sovvenzione (90%).

Scadenza:

04 aprile 2024 17:00:00 ora di Bruxelles

Ulteriori informazioni:

call-fiche_isf-2024-tf2-ag-protect_en.pdf (europa.eu)

Per scaricare questo bando, in formato pdf, clicca qui.

 

 

 

 

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